Il crollo del rublo e l’inflazione che ne è derivata, sta mettendo in grosse difficoltà le nostre piccole medie-imprese. La Russia è diventata un importante mercato di sbocco per molti prodotti del bel paese; pensiamo per esempio al settore calzaturiero. Improvvisamente, soprattutto in seguito alla caduta del prezzo del petrolio, il contesto economico è cambiato e le esportazioni verso quest’area stanno subendo un crollo vertiginoso.
Molto spesso i mercati emergenti ci riservano amare sorprese. Dalle stelle alle stalle. Pensiamo alla stessa Russia qualche anno fa. Oppure ai paesi investiti dalla c.d. primavera araba. Le cause di queste bruschi stop sono da attribuire soprattutto al fatto che questi paesi presentano ancora forti squilibri di carattere politico ed economico.
Questi fatti devono farci riflettere su quanto sia importante ricercare costantemente un equilibrio geografico nelle vendite. Come un tavolo che ha 4 gambe (e che riesce ancora a stare se ne viene a mancare una), così anche le vendite delle nostre aziende dovrebbero essere suddivise su almeno 4 mercati. Quali ?
Sicuramente il mercato domestico. Va sicuramente fatta una selezione degli investimenti destinati al mercato italiano; ma senza gettare tutto alle ortiche come qualcuno sarebbe tentato di fare in questi anni. E’ il mercato sul quale abbiamo investito di più. Anche se le vendite non torneranno più ai livelli degli anni d’oro, una ripresa ci sarà sicuramente.
Poi un paese della vecchia Europa: Germania, Francia, ecc. Non dimentichiamo che quest’area ancora oggi rappresenta poco meno della metà delle nostre esportazioni. Certamente vendere in Germania è più difficile: la congiuntura anche qui non brilla, c’è molta concorrenza, l’attenzione al prezzo è spasmodica. Però ci sono anche dei vantaggi. Uno su tutti che non esiste il rischio di cambio.
Infine, almeno un paio di mercati emergenti. E qui non ci sono ricette anche se di solito per una piccola impresa è consigliabile non andare troppo lontano. Soprattutto per una questione di costi. Quindi il mio consiglio è: nord-Africa, medio Oriente, Est-Europa. Senza dimenticare però che muoversi su questi mercati è un po’ come andare sulle Montagne Russe.