L’ITALIA NEL MONDO
Ho appena finito di leggere il libro: Breve racconto dell’Italia nel mondo attraverso i fatti dell’economia, di Salvatore Rossi. Il libro mette a confronto il nostro sistema economico con quello dei paesi più sviluppati, per capire qual è il posto che occupiamo nel mondo.
Ne esce un quadro fatto di luci ed ombre. Siamo un paese che sta invecchiando e con imprese troppo piccole e mediamente meno efficienti. Ma anche un’economia molto orientata ai mercati esteri (solo la Germania ci supera).
Infine, l’autore prova a indicare una strada: Il passato più prospero e fecondo dopo Roma antica fu il Rinascimento. Non solo nel campo delle arti, delle scienze e della cultura ma anche in quello delle produzioni e della ricchezza materiale. L’identità italiana allora – a volte solo intravista dagli italiani stessi – è proprio la capacità di coniugare il bello e il buon vivere, con la raffinatezza tecnologica. L’eleganza naturale con la creatività, a volte con il genio.
CONCILIARE CAPITALISMO ED UMANESIMO
Sembra esserci riuscito Brunello Cucinelli che ha appena festeggiato 70 anni.
La sua azienda di abbigliamento, fondata nel 1978, nei primi 6 mesi di quest’anno ha registrato ricavi in crescita del 31% a 544 milioni. Tra i migliori dell’intero settore dell’alta gamma. La produzione è interamente realizzata in Italia e l’azienda ha sede nel borgo medioevale di Solomeo. Da lui restaurato e nel quale ha fondato pure una scuola di Arti e Mestieri. La sua visione è quella di un capitalismo umanistico, rispettoso delle persone e della bellezza di cui siamo eredi.
CONCLUSIONI
Una caratteristica delle nostre imprese è che siamo presenti in moltissimi settori industriali. “La forza dell’Italia e della sua manifattura sta nella sua capacità di presidiare con successo circa 3.000 nicchie in cui essa è leader a livello mondiale. Grazie al dinamismo e all’intraprendenza di un numero consistente di piccole, medie e medio-grandi imprese. (Marco Fortis). Questo riflette proprio la nostra identità nazionale che, fin dal rinascimento, deve la sua fortuna all’intraprendenza di artigiani specializzati nei più diversi settori e con il pallino della qualità.
E’ necessario allora recuperare questa consapevolezza e adattarla ai nostri giorni. In altre parole avere una visione. Come ho scritto nel mio precedente post Mercati in contrazione: cosa fare?
La sfida però è anche quella di di utilizzare le tecnologie digitali per recuperare efficienza e per accrescere la visibilità delle nostre aziende e dei loro prodotti. Di solito una pmi non ha le risorse necessarie per comunicare in modo professionale. Il digitale può essere un utile strumento per aiutarle in questo compito. A questo proposito segnalo il libro che ho scritto a 4 mani con Claudia Zarabara: 8 Strumenti digitali per le pmi – Manuale per migliorare le strategie export
Serve quindi un cambio di mentalità. Ma senza farsi sopraffare dalla tecnologia. Come dice Cucinelli: non riesco ad immaginare che ci sia un robot che, volgendo lo sguardo al cielo, riesca a commuoversi.
Sogno o realtà possibile?