Nell’ambito del piano straordinario per il Made in Italy, il Ministero dello Sviluppo Economico ha da poco stanziato un contributo a fondo perduto di € 10.000, su un importo minimo di spesa di € 13.000, alle piccole e medie imprese (PMI) che scelgono di appoggiarsi ad un Temporary Export Manager (TEM), per attività di studio, progettazione e gestione di processi di sviluppo all’estero. Per dettagli vedi il sito del Ministero Voucher_per_l’Internazionalizzazione. Dal 15 settembre 2015 le imprese interessate possono registrarsi.
Parliamo di un plafond di 10 milioni di euro, di cui il 45% è comunque riservato alle imprese che hanno partecipato ai Road show promossi dall’ICE nei mesi scorsi. Non si tratta quindi di molte risorse, ma va dato atto che qualcosa si è fatto.
Ora la palla passa alle PMI. L’’auspicio è che finalmente aprano le porte all’ingresso di nuove professionalità che possano collaborare all’avvio di processi di internazionalizzazione “razionali”. Diversi dalla solita strategia casalinga “spariamo nel mucchio”. Lo scoglio è soprattutto la mentalità – frequente negli italici imprenditori – che tende a premiare la parentela e l’obbedienza piuttosto che la professionalità. C’è una sorta di paura che questi manager possano impadronirsi dell’azienda.
Un altro aspetto che le PMI devono tenere presente è che oggi l’offerta di servizi di TEM o presunti tali è diventato un business e sono in molti ad offrirsi sul mercato. E come sempre c’è di tutto. L’invito è che gli imprenditori valutino bene le persone candidate a collaborare con loro. Quasi come se dovessero assumere un collaboratore a tempo indeterminato. Senza lasciarsi ingannare dalle esteriorità.
Quindi: care PMI aprite le porte ai TEM, ma spendete bene questi soldi … anche se sono regalati.